Qualche tempo fa avevamo indirizzato una lettera pubblica al Sindaco in cui citavamo, tra gli altri, il problema dello smaltimento a fine esercizio dell'impianto. Vero è che il Sindaco aveva fatto a suo tempo una proposta, che si potrebbe definire autarchica, per lo smaltimento : " ...se la società dovesse essere inadempiente in caso di dismissione dell’impianto si agirebbe con gli strumenti forniti dalla legge quali ad esempio l’ordinanza sindacale e se dovesse dismettere l’impianto il Comune, il valore del ferro della pala stessa basterebbe a pagare ampiamente il costo della dismissione..."  ma noi preferiamo esplorare soluzioni meno innovative...

In questo senso ci riferiamo nello specifico ad un articolo di legge :

Ministero dello sviluppo economico

D.M. 10-9-2010
Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 18 settembre 2010, n. 219.

Art. 9

Al termine della vita utile dell'impianto si deve procedere alla dismissione dello stesso e ripristino del sito in condizioni analoghe allo stato originario (interventi di riforestazione e afforestazione, ecc.); a tale riguardo il proponente fornirà garanzia della effettiva dismissione e del rispristino del sito con le modalità indicate al paragrafo 5.3, lettera g).

Per completezza riportiamo qui sotto il paragrafo g :

g) gli sbancamenti e i riporti di terreno dovranno essere i più contenuti possibile;

Quindi la legge già c'era andava solo applicata. Fatto che già una volta è successo e quindi non si trattava di una novità, infatti nell'Autorizzazione Unica per variante sostanziale dell'impianto eolico in località Montevenere ( se volete approfondire QUI trovate l'atto) si legge :

 "....obbliga Probus Alboris s.r.l. a:

● prima di dare avvio ai lavori, integrare la Fidejussione Bancaria n.25/0034 già emessa da Emilbanca soc.coop.a favore della Provincia di Bologna a copertura dei costi di dismissione ...."

Tornando all'argomento del nostro articolo è necessario considerare che le pale delle turbine eoliche sono composte da materiali tossici e ad oggi, il metodo di  smaltimento  più comune è quello in discarica. Considerato rifiuto emergente, la lama della pala eolica non è ancora protagonista di una normativa specifica né di una direttiva europea che la cataloghi come rifiuti pericolosi, tossici o inerti. Si sta verificando sempre più in sede europea la situazione di turbine eoliche che hanno completato la loro vita utile e che sono state portate in discariche incontrollate, con il rischio di combustione e di rilascio di sostanze tossiche. Un incendio casuale o doloso porta alla combustione di fibre di carbonio e di vetro e di poliestere potenzialmente dannosi per l'ambiente e l'uomo. In questo senso già si parla che una prossima generazione di materiali per le pale eoliche potrebbe provenire da fibre naturali di cellulosa e da bio-plastiche derivate da soia, semi di lino ed altri oli vegetali, invece che da sostanze a base di polimeri: un'innovazione che potrebbe rivelarsi molto importante, se non ci saranno conflitti con al destinazione dei suoli agricoli ad uso alimentare.

La tabella sottostante riporta (Fonte : ANEV Associazione Nazionale Energia del Vento) le modalità di smaltimento dei componenti di una pala eolica :

pale (parte acciaio) 90%  Riutilizzabile
acciaio privo di ruggine 90% Riutilizzabile
ghisa 90% Riutilizzabile
rame 95% Riutilizzabile
alluminio 90% Riutilizzabile
plastica - PVC 100% Discarica
fibre di vetro 100% Discarica
olio 100% Incenerito
piombo 90% Riutilizzabile
zinco 90% Riutilizzabile

Visto così non sembra sia proprio immediata la soluzione proposta dal Sindaco ma necessiti di ulteriori e consistenti approfondimenti.

Consentiteci un'ultima considerazione sull'argomento, non vogliamo essere dei facili catastrofisti o peggio ancora dei menagrami, purtroppo eventi del genere accadono e come ripetuto ormai infinite volte, la posizione dell'impianto di Acqua Fresca è particolarmente delicata, a Cerreto una pala in attesa di essere dismessa è collassata.

 

 

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