Fino ad alcuni mesi fa in via Gabbiano era visibile un cartello che avvisava del rischio frane. L'avevamo fotografato anche noi proprio per fare presente che, per quanto si sforzassero di dimostrare il contrario, l'evidenza della situazione geologica dell'area era abbastanza palese.

Da alcuni mesi è sparito.

 

Quando abbiamo pensato di organizzare il Dibattito Pubblico del 16 febbraio ci è sembrato opportuno, visto che a breve ci saranno le Elezioni Comunali, invitare anche i Candidati Sindaco delle Liste Civiche per sentire il loro parere sull’impianto di Acqua Fresca.

Ed in questo senso vi proponiamo gli interventi di Elisabetta Di Natale e Bruno Pasquini al fine di farsi una propria opinione dalla viva voce.

Francamente avevamo invitato a partecipare anche il rappresentante del Movimento 5 Stelle, Germano Tonelli, ma non si è visto...

Prendiamo atto, con favore, delle affermazioni fatte dal Candidato Sindaco della Lista “Dimmi” sperando, qualora risultasse eletto, di poter "abbandonare la confusione del passato" e di poter scrivere una nuova pagina nei rapporti con l’Amministrazione Comunale.

 L'intervento di Bruno Pasquini.

Analogamente siamo vicini alle posizioni espresse da Elisabetta Di Natale che non ha mancato di sostenerci in questi anni.

 L'intervento di Elisabetta Di Natale.

Soprattutto condividiamo l’intervento bipartisan di questo Cittadino che sottolinea quanto sia importante per tutti rendersi conto che l’impianto di Acqua Fresca è un problema di tutti non di una lista piuttosto che dell’altra.

Intervento bipartisan.

Però.

C'è un però.

 

 

 

Il tema del deprezzamento degli immobili posti nelle vicinanze di impianti eolici non è mai stato oggetto in Italia di analisi significative. In realtà in molti paesi del nostro Meridione la questione sta assumendo aspetti che vanno ben oltre la svalutazione dell’immobile tuttavia manca uno studio organico e soprattutto un’analisi dei dati numerica ed imparziale che stimi questo impatto.

Uno studio realizzato in Germania rivela la svalutazione degli immobili posti in prossimità  di impianti eolici. La Germania è ampiamente considerata un leader globale negli sforzi per mitigare il cambiamento climatico il cui obiettivo è contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40% entro il 2020 rispetto al 1990. Negli ultimi anni il numero delle turbine eoliche onshore è quasi triplicato, passando da 9.359 a 28.675 unità. Nonostante una diffusa accettazione popolare dell'energia eolica, la pianificazione di nuove turbine eoliche frequentemente incontra una massiccia resistenza delle comunità locali a causa di impatti negativi tra i quali il deprezzamento degli immobili.

Uno studio realizzato nel 2018 e pubblicato da RWI – Leibniz Institute for Economic Research a firma di quattro dei suoi più prestigiosi ricercatori evidenzia una riduzione del valore degli immobili fino a -7,1% per le case all'interno di un raggio chilometrico di una turbina eolica, un effetto che sfuma a zero a una distanza tra 8 e 9 km.

ANIE Rinnovabili, l’associazione che raggruppa le imprese costruttrici di componenti ed impianti per la produzione di energia da eolico ha comunicato il bilancio delle nuove intallazioni Fer nel settore eolico per il primo trimestre dell'anno. Ad attirare la nostra attenzione sono stati i dati del mini-eolico, cioè impianti come quello di Acqua Fresca, dove i dati dicono che le richieste di connessione di impianti di questo tipo è pari allo 0.2% del totale di 31 MW cioè 60 kW in tutta Italia... praticamente niente...

Va sottolineato come, rispetto all’impostazione del precedente decreto, quello valido fino al 31/12/2017, con la nuova bozza, cade la protezione dell’accesso diretto per il minineolico, ma si introduce una competizione nell’ambito di registri dove nello stesso gruppo concorrono eolico e fotovoltaico, fonti di piccola e media potenza.

Questo cambiamento, ereditato dalla SEN 2017, Strategia Energetica Nazionale, varata dal ministro Calenda del Governo Gentiloni, è giustificato dalle considerazioni di inefficienza ed irrilevanza della micro-generazione. Si riportava infatti, a proposito dei piccoli impianti, che :

“la frammentazione tariffaria ha avuto come conseguenza uno scarso stimolo alla riduzione dei costi e ha dato luogo a volte a comportamenti inefficienti, basati sulla ricerca della miglior tariffa anche a scapito dell’efficienza complessiva (es.: proliferazione minieolico anche in localizzazioni scarsamente produttive)”.

Dato  questo rilevato dallo stesso Gse che nel suo "Rapporto Statistico FER 2017" che sottolinea come :

"nel 2017 il 50% degli impianti eolici è riuscito a produrre per 1.124 ore equivalenti, in diminuzione rispetto al 2016 (1.504); il dato osservato è condizionato dall’entrata in esercizio negli ultimi 2 anni di impianti eolici di piccola taglia che hanno prodotto quantità di energia pressoché nulle nel corso del 2017."

 

 

Incentivi «illecitamente percepiti» per un miliardo di euro rischiavano di essere interamente scaricati sulla bolletta energetica degli italiani.

La conferma a livello nazionale di quanto visto poche settimane fa con la truffa ai danni Gse a Monghidoro ce la offre il Sole24ore. In un articolo di ieri a firma Ivan Cimmarusti ci spiega come la Guardia di finanza, in collaborazione con il Gse (Gestore servizi elettrici) ha bloccato una vasta truffa sugli stanziamenti del 2017.

Continua l'articolo,

L’accertamento - che ha riguardato imprese nei settori eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermia e idroelettrico – è stato condotto dai nuclei speciali delle Fiamme gialle, che hanno passato al setaccio le documentazioni amministrative per quei soggetti (persone giuridiche e persone fisiche) che hanno fatto richiesta di accedere all’incentivo 2017.

Il dato interessante è la percentuale di irregolarità : su 5.600 controlli il Gse ha rilevato 4212 violazioni circa il 75%.

Energia verde. Come i soldi.

"Il settore è comunque sano, puntualizza Alberto Pinori, presidente dell’associazione Anie Rinnovabili che fa capo a Confindustria."

Certo.

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