L'area oggetto dell'intervento insiste in una zona la cui geologia risulta palesemente compromessa. Da ricerche effettuate nell'Archivio Storico delle Frane della Regione Emilia Romagna dallo storico degli eventi di frana si è riscontrato che in località  in Bellarosa Strada Monzuno-Gabbiano Prunara risultano censite frane dal 1939. Con una ricorrenza regolare che ad oggi ha portato a censire oltre 11 episodi franosi di gravità variabile.

 

In un documento del CONSORZIO DI BONIFICA MONTANA DELL'ALTO BACINO DEL RENO : "Estrapolazione, aggiornamento e rielaborazione di informazioni provenienti dalla banca dati realizzata nel 2005, ad uso interno, dal personale del Consorzio di bonifica Reno Palata." realizzato nel 2013 si riporta la voce riguardante il progetto dei lavori come "Sistemazione della frana di Bellarosa" realizzati nel 1960 il cui importo viene riportato in 9.980.000 lire dell'epoca che riportato ad oggi significa un importo di circa 135.000 Eur. Lavori che comunque non sono stati risolutivi visto che altri episodi sono stati riportati fino al 1998 ed ulteriori ne sono seguiti fino a qualche anno fa. Il sito, evidenziato in rosso nella figura della pagina accanto, lambisce un'area definita dal Servizio geologico della Regione Emilia Romagna quale deposito di frana quiescente cioè che non ha evidenziato movimenti negli ultimi cicli stagionali ma per la quale esistono oggettive possibilità di riattivazione perché gli eventi scatenanti non hanno esaurito la loro potenzialità . Aspetto ancora più grave è posto a poche decine di metri da un deposito di frana attiva, censito con il numero 90315 nel citato Archivio, e cioè che pur non avendo evidenziato movimenti nell'ultima stagione denota comunque un'attività  recente. Per questo secondo caso ci riferiamo all'immagine accanto, scattata nel 2011, in via Gabbiano a pochi metri da dove nell'immagine accanto si legge la scritta Gabbiano.A nostro avviso, le linee di demarcazione tracciate nella cartografia tecnica, qui ci riferiamo nello specifico alle tutele geologiche , utilizzate per includere od escludere un'area, vanno interpretate e non possono essere considerati un frazionamento ma piuttosto delle linee baricentriche che individuano aree di rispetto. Zone che rappresentano un'area di transizione anche per la stessa morfologia e che pertanto richiedono una profonda valutazione ed analisi geognostica prima di intervenire con opere ingegneristiche significative per le caratteristiche dell'area.